Caricamento

IL RISCHIO NON AUTOSUFFICIENZA IN ITALIA

2018-12-13

TORNA INDIETRO
mary poppins

Perchè le soluzioni non piovono dal cielo

L’ allungamento della speranza di vita è una cosa positiva in sè, in quanto sintomatica di un miglioramento globale delle condizioni della Società in genere, ma porta con sè anche qualche criticità congiunturale da risolvere, come la non autosufficienza.

Purtroppo spesso si prende consapevolezza di alcuni problemi solo nel momento in cui bisogna effettivamente affrontarli, come ad esempio quando ci si deve prendere cura dei propri genitori.

Molti pensano bene che basterà assumere una badante per prendersene cura, possibilmente di bell’aspetto e di giovane età, ma questa è una decisione che lasceremo litigare a mogli, suocere  e mariti, nei dovuti tempi e con i dovuti budget.

E dobbiamo ridere signori, perché, se dovessimo analizzare seriamente un po’ di numeri, i dati sarebbero preoccupanti. E questa volta non basterà un po’ di zucchero per indorare la pillola.

Il rischio in Italia

La speranza di vita  media in Italia al 2015 è 82,56 anni ed i costi della non autosufficienza sono in media 2 mila euro al mese per dieci anni.

Il problema oggi riguarda 3 milioni di italiani e si prevede che nel 2030, ci saranno 5 milioni di anziani disabili da assistere contro gli attuali 3 milioni.

In uno scenario in cui la coperta pubblica si va via via riducendo, anche per quanto riguarda l’assistenza sanitaria, le famiglie si trovano a dover sborsare di tasca propria i soldi necessari per assistere i propri cari non più giovanissimi. Una situazione difficilmente sostenibile.

Nonostante i dati allarmanti non c’è ancora sufficiente consapevolezza di questa problematica e anche per questo le soluzioni assicurative risultano ancora poco diffuse.

C’è chi sta provando a tornare a proporre prodotti utili ad aiutare gli anziani di domani, anche tenuto conto delle dimensioni reali di un problema molto sottovalutato anche dalla politica.

Le Soluzioni

Si tratta dei contratti Long term care, prodotti che servono a garantire il pagamento di una rendita vitalizia nel caso in cui si perda la capacità di badare a se stessi.

Il Contraente paga un importo annuale o mensile, sino a quando si verifica la non autosufficienza. Quando sopravviene lo stato di non autosufficienza l’assicurato non paga più il premio e la compagnia inizia a erogare la rendita.

Queste soluzioni sono efficaci “se ci si pensa per tempo”, anche per trarre vantaggio dai benefici fiscali di cui godono.

Questi contratti sono infatti gli unici ad avere conservato la vecchia detraibilità dei premi per un importo massimo di 1.291,14 euro, al netto dei premi aventi per oggetto il rischio di morte o di invalidità permanente, che si traduce in un risparmio di tasse.

Le Criticità

Una delle questioni più critiche di questi contratti è la dichiarazione dello stato di non autosufficienza.

Anche qui le Compagnie per appurare se la non autosufficienza denunciata dall’assicurato sia tale da fare scattare la rendita si basano su diversi metodi:

- Alcune si basano sulla capacità dell’assicurato di compiere le normali attività quotidiane mangiare, lavarsi, vestirsi/svestirsi e muoversi e svolgere le funzioni fisiologiche.
- Altre effettuano valutazioni più sofisticate con test psico-fisici a punteggio o con specialisti interni.
-Altre  ancora si basano sulla compilazione di un questionario da parte del medico curante, con possibilità di accertare lo stato successivamente.

Capire e scegliere quale sia l’opzione giusta non è facile.

Per questo abbiamo scelto di avere personale specializzato nel ramo, che sia sempre attento all’ evoluzione normativa, fiscale e dei prodotti.
Vi possiamo così consigliare il miglior equilibrio tra ritenzione e cessione del rischio.

Sulla scelta della badante invece seguiamo il caro e sempre attuale ‘tra moglie e marito non mettere il dito’.

Perché riconoscere il rischio, prima che arrivi, è il nostro lavoro.